Se vogliamo far di conto: due giorni, dodici bambini (e relativi genitori), cinque partite disputate, due compleanni e oltre ai nostri aquilotti altre quindici squadre partecipanti. Coi numeri ci fermiamo qui, anche se ci sarebbe da tenere presente la quantità di infortuni sul campo patiti dalla squadra. Infortuni a gambe, braccia e testa addirittura, vedere foto di squadra per conferma. Potremmo lamentarci di avere giocato quattro partite su cinque nel campo all’aperto, situazione che non ha permesso ai nostri di esprimersi come avrebbero potuto, si avvertiva un trattenersi timoroso che nell’unica partita in palestra è come sparito, ma sinceramente preferiamo mettere l’accento sul divertimento che c’è stato. Divertimento nel giocare, nello stare insieme, di bambini e genitori, perché sappiamo come questo gruppo sia comunque unito su tutti i livelli.
Dobbiamo ringraziare l’istruttrice Elisa, che questo gruppo lo ha cementato, che ci ha fatto conoscere e partecipare per il secondo anno consecutivo al torneo, Elisa che ama questi ragazzi che purtroppo ha dovuto in parte abbandonare per impegni di lavoro (benvenuta nell’età adulta cara Eli, la vita è così) e che per somma sfortuna non ha potuto esserci la prima giornata per un malanno. Seppure un po’ provata l’abbiamo ritrovata il secondo giorno e cogliamo l’occasione per ringraziare anche l’istruttore Daniele che l’ha sostituita le prime tre partite. Daniele che è anche stato festeggiato per uno dei due compleanni prima ricordati, l’altro della “libellula” Vanessa, come ricordato dalle foto qui sotto.
Vogliamo essere onesti: cinque partite giocate cinque perse. Ma vogliamo esserlo ancora di più: a parte la prima, persa con distacco abissale, le altre tutte giocate quasi alla pari e un paio si potevano vincere. E a proposito di onestà, a nostro favore ricordo anche che il torneo è per annate 2004-2005 mentre i nostri aquilotti sono tutti 2005-2006. Cose che fanno la differenza e la fanno in maniera sostanziale. Ma poi torna tutto a quello che si ricorda con maggior piacere: il divertimento che prima si diceva. E tutto il resto non conta nulla. Grazie allora soprattutto ai bambini, qualche lacrima che sparisce di fronte a un milione di sorrisi, grazie per averci ricordato, ancora una volta, che lo sport, il nostro sport, è questo. Come dicono in America: I love this game, amo questo gioco.