BASKETTANDO – LE INTERVISTE CON I PROTAGONISTI DI VERGATO – #2 ELISA CAVALLARI

Seconda puntata della nuovissima rubrica Baskettando, a cura di Roberto Giusti, dove verranno intervistati settimanalmente atleti, allenatori e dirigenti della Polisportiva Zanni di Vergato. Un servizio nuovo ed inedito per restare sempre connessi e vicini ai ragazzi e per entrare sempre più nel basket vergatese.
In questa seconda uscita abbiamo intervistato l’atleta della squadra Under 14 femminile, Elisa Cavallari.

 

Elisa, quando hai iniziato a giocare a pallacanestro, se ti ricordi, e per quale motivo hai scelto questo sport?
Ho iniziato a giocare all’incirca quando ho iniziato le scuole elementari. Ho scelto questo sport perché due miei carissimi amici già lo praticavano e tutti i giorni mi raccontavano qualcosa. Allora mi sono detta: “Beh, vado a provare, poi si vedrà”. Mi è iniziato a piacere fin da subito e da quel giorno non ho più smesso.

Durante questi tuoi primi anni nella pallacanestro hai avuto la possibilità sia di giocare in una squadra maschile, sia in una squadra totalmente femminile. Reputi questa possibilità come una fortuna? Esistono dei pro o dei contro in entrambe le categorie? Secondo te questa doppia possibilità è stata una bella esperienza?
Giocare con i maschi è stata sicuramente un’esperienza fantastica perché ho imparato tante cose, non solo a livello tecnico. Ho imparato a stare in mezzo alle persone, soprattutto in mezzo prima ai maschi e successivamente in mezzo a sole ragazze. Prima di iniziare a giocare ero molto timida, per lo più nei confronti dei maschietti, però dopo diversi anni assieme, siamo diventati tutti amici e tutt’ora lo siamo. Sinceramente non credo esistano dei pro o dei contro in entrambe le squadre, ogni categoria ha le sue personalità. Noi ragazze magari siamo un pò più schizzinose dei ragazzi, però è stato bello giocare anche con loro. Una piccola pecca della squadra maschile forse fu che i ragazzi tendevano più a passarsi la palla tra di loro che magari coinvolgere anche noi ragazze, ma ci può stare. E’ stata una grande fortuna per me giocare con loro ed è stato doloroso lasciarli, ma da due anni a questa parte ho trovato un nuovo gruppo totalmente femminile e più passa il tempo, più ci sentiamo unite, ci sentiamo una squadra!

Hai avuto diversi allenatori e allenatrici nel corso degli anni. Chi ti ha caratterizzato e influenzato di più tra quelli passati, sia a livello tecnico, sia a livello mentale?
Ho avuto tantissimi istruttori bravi in passato, però se la giocano particolarmente in due/tre. Innanzitutto Elisa Venturi, con la quale ebbi tra l’altro un’esperienza ad un torneo estivo a Carpegna. Fu la prima in assoluto ad allenarmi, mi incitava sempre e mi riempiva di consigli che porto ancora oggi con me. Poi cito Roberto Maranelli che ho avuto forse per più tempo rispetto agli altri e che ancora oggi ritrovo come vice allenatore. Con lui ho imparato quasi tutto, dalla difesa all’attacco e ovviamente i fondamentali. Infine nomino Roberto Giusti per i tanti consigli sull’impostazione del tiro che mi sono servite tanto. Prima tiravo a due mani, ora invece non sono infallibile, però sono sicuramente migliorata tanto. E ovviamente tutti i suoi incitamenti.

Puoi descrivere Elisa in campo?
Subito ho tensione e ansia, vista tutta la gente che normalmente viene a seguirci. Direi anche sotto pressione. Quando inizia la partita la mia ansia cala. Quando ero più piccola, ero molto più grintosa di adesso. Ora invece ho quasi paura di sbagliare e quindi di ricevere critiche dagli altri. Nonostante ciò, in campo sono molto felice, soprattutto quando so di aver giocato bene e di aver dato il massimo. Se invece gioco male, meglio non avvicinarsi ad Elisa.

“Puoi imparare una riga da una vittoria e un libro da una sconfitta”. Cosa ne pensi di questa citazione?
Parli a me di sconfitta? A parte gli scherzi, è una frase molto bella e sottolinea il fatto che, dalle sconfitte, ognuno di noi può capire gli errori commessi per non rifarli in futuro.

 

Durante questi primi mesi di attività agonistica sei entrata in contatto anche con il mondo istruttori, affiancando con il gruppo aquilotti Stefano e Daniele. Che emozioni hai provato?
Ora purtroppo ho dovuto interrompere per studiare. Comunque ricordo che all’inizio ero un pò tesa e timida perché era una nuova avventura. Dopo un paio di allenamenti però mi sono tranquillizzata e rasserenata, imparando a conoscere i vari bambini. E’ stata una bellissima esperienza che vorrei portare avanti nel tempo.

Quindi ti piacerebbe diventare allenatrice un giorno?
Assolutamente sì, sarebbe molto bello. Però di un gruppo di bambini, per esempio aquilotti. Non mi piacerebbe allenare i grandi, vorrei insegnare ai piccoli le basi di questo gioco.

E’ più semplice secondo te allenare dei bambini o degli adulti? Tenendo conto ovviamente che i piccoli hanno bisogno delle basi e dei fondamentali, mentre per gli adulti si da per scontato che sappiano tenere in mano una palla.
Dal punto di vista tecnico, credo sia più semplice istruire i più giovani perché apprendono più facilmente le cose. Dal punto di vista comportamentale invece è più semplice allenare i grandi, perché i bambini non stanno mai fermi.

Oltre che giocare, stai ovviamente studiando. Verso giugno avrai anche l’esame di terza media, il tuo primo vero esame scolastico e ne approfittiamo per farti i nostri più cari auguri. Hai dei consigli particolari per poter giocare e studiare senza dover interrompere una delle due attività?
Il mio consiglio principale è quello di darsi degli orari. Orari in cui uno studia e orari in cui uno gioca. Bisognerebbe anche mettersi avanti con i compiti e con lo studio per i giorni successivi. L’importante è creare le giuste tempistiche per poter fare entrambe le cose e sapersi organizzare.

Qualche settimana fa avete giocato vicino a Ravenna, contro la Russi Basket, sfiorando un’incredibile vittoria. Cos’è mancato secondo te per vincere la partita?
Io e una mia compagna siamo uscite per cinque falli durante l’ultimo periodo, un’altra ragazza aveva dei problemi con il ginocchio, altre erano abbastanza affaticate. Diciamo che le condizioni generali non erano delle migliori. Sono rimaste in campo le stesse cinque per circa quindici minuti, senza possibilità di sostituzione o altro, erano stremate. Abbiamo fatto parecchi tiri senza senso, in certi momenti abbiamo difeso male e ci siamo distratte diverse volte. Peccato!

Ultima domanda per te, Eli. Quali sono le prime tre parole che ti vengono in mente quando pensi alla pallacanestro e perchè?
Felicità: quando gioco devo essere felice. Se non lo sono, tendo a giocare male.
Compagnia: è uno sport di squadra, gioco con le mie amiche e stiamo davvero bene insieme.
Grinta: ne serve tanta nel basket, è fondamentale. Io la uso soprattutto per sfogarmi mentre gioco da questioni esterne al campo e aiuta molto.

Le domande terminano qua, però hai la possibilità di lasciare un messaggio a tutti coloro che leggeranno questo articolo riguardo ovviamente alla pallacanestro, in maniera totalmente libera.
Se vi piace il basket, non abbiate paura di provare. Lottate fino in fondo per le cose in cui credete, soprattutto se ci tenete tanto.
Ringraziamo l’atleta Elisa Cavallari per questa chiacchierata interessante e propositiva. Rimanete collegati sul nostro sito e sulla nostra pagina Facebook per i prossimi servizi e per le prossime interviste settimanali e non perdetevi neanche una “chiacchierata” con gli atleti di Polisportiva Fratelli Zanni.

A cura di Roberto Giusti

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